Le extension, superare i limiti della natura con l’abilità di un’acconciatrice

Nel cuore degli anni ’60 nessuno si sarebbe aspettato di parlare attualmente, con tutta questa leggerezza, delle extension, un tempo riservate solamente a VIP hollywoodiane che cercavano di tenere nascosta questa loro abitudine alla stregua di un tabù. Oggi è diventata una pratica abituale e quasi semplice da mettere in atto, sebbene necessiti di una serie di precisi accorgimenti che fungono da base per un buon lavoro. Come delle moderne Raperonzolo, molte ragazze e sempre più membri della controparte maschile desiderano avere una chioma folta e plastica, da variare in base alle proprie necessità o ai propri gusti, magari per accoppiarla insieme all’outfit giusto nel corso di una giornata particolare.

La Cesvim Academy Group insegna innanzitutto a scegliere la tecnica migliore da utilizzare in base al capello, dettaglio da non sottovalutare per salvaguardarne la salute. Secondariamente, tra le varie metodologie con cui è possibile lavorare con le extension è sempre utile ricordare che esse variano anche per costo, costringendo pertanto a selezionare sempre con cura quella capace di combinare al meglio la richiesta del cliente con le sue possibilità economiche.

Necessità e sperimentazione di nuovi colori e pettinature, sono diverse le ragioni che possono spingere qualcuno a provare delle extension di diversa natura. Ogni tecnica presenta vantaggi e svantaggi, che è bene l’acconciatrice conosca dal principio. Un bravo professionista, inoltre, si distinguerà dai semplici dilettanti allo sbaraglio poiché i suoi lavori risulteranno più naturali e duraturi, avendo dalla sua una formazione adeguata che comprenderà anche l’utilizzo di prodotti naturali dediti allo scopo.

Nata in India, la pratica delle extension si è normalizzata grazie ai formidabili sviluppi tecnologici che hanno permesso la creazione di vere e proprie parrucche assolutamente artificiali ma indistinguibili da chiome reali. In passato il tutto era più elitario e costoso, poiché nel processo erano coinvolti capelli reali, appena ottenuti direttamente dagli studi delle varie parrucchiere disposte a dare via gli scarti del proprio lavoro alle aziende specializzate.

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